venerdì 17 aprile 2015

Chiocciole, pioli e gradinate.

                                          Scale impossibili Echer

Chiocciole, pioli e gradinate.  
Il mondo è fatto a scale. A pioli o monumentali, a chiocciola o rettilinee, in legno o in acciaio e vetro. Ce ne sono di tutte le misure, da pochi gradini agli 11.674 della scala più lunga del mondo, quella che fiancheggia la funicolare di  Niesenbahn, in Svizzera “l’uomo ha inventato la scala perché è il mezzo più efficiente per superare un dislivello” dice Luigi Consonni autore del libro Scale (Hoepli), “E’ semplice e versatile permette di muoversi con leggere pendenze o in verticale (cosa impossibile per esempio usando un semplice piano inclinato), con un ingombro minimo”.
Grazie alla scala si cammina verso l’alto. “e sue misure sono regolate sulla lunghezza del passo”, spiega Consonni. “Esiste una formula per il gradino perfetto”. Sommando la sua profondità al doppio della  sua altezza, il risultato deve essere 63 centimetri: è la lunghezza media del passo umano ripartita in questo caso tra uno spostamento in avanti e uno in alto più faticoso (considerato quindi doppio). Le misure del gradino dovrebbero essere cioè 29 centimetri di profondità e 17 di altezza: si sale così con più naturalezza, come se si camminasse”.
Queste misure possono avere minime variazioni (il totale può arrivare, per esmpio, a 65). Altrimenti la scala ci sembra scomoda . “Bisogna comunque compensare: un gradino molto lungo deve essere basso, perché sia sempre naturale. E non può essere troppo profondo: se dobbiamo fare un passo e mezzo su ogni piattaforma, rompiamo la cadenza della camminata, provando fastidio”. Aggiunge Luigi Consonni “Se si riduce troppo la profondità, invece, si procede male perché non si appoggia bene il piede”. Anche la rampa ha la sua misura ideale:”Una scala dovrebbe essere intervallata da pianerottoli ogni 10 gradini, per permettere di riposarsi”. Comunque, a salire le scale si fa fatica: si consumano 9 calorie al minuto, camminando se ne usano solo 3.
La base del Tempio
L’uomo ha imparato prestissimo a usare la scala. Da quando ha incomiciato a costruire abitazioni sopraelevate, per difendersi dai nemici, dagli animali o dall’acqua. Le forme erano semplicissime: nelle case del Neolitico di Khirokitina , a Cipro, veniva usato un tronco con i gradini intagliati da appoggiare al muro. Poi si è passati alle scale fisse, dritte, come quelle trovate negli edifici in Egitto o  in Mesopotamia: non sono diverse da quelle che usiamo ancora oggi. Nell’antichità le case erano prevalentemente a un piano: le scale, quando servivano, erano quindi molto semplici. Secondo lo storico e architetto Vitruvio, nelle “insulae”, i condomini dell’antica Roma, le rampe erano così  strette, ripide e buie che spesso le persone si scontravano. “Le grandi scalinate invece erano una caratteristica degli edifici pubblici e religiosi” chiarisce Paola Gallo, autrice con Silvio San Pietro del libro Stairs - Scale (ed. L’Archivolto). Basti pensare ai templi greci r romani, costruiti su una base a gradini chiamata crepi doma  o alle piramidi a gradoni sudamericane. Il tempio o il palazzo si elevaano sulle case, fisicamente e idealmente. Non a caso, la scala è il simbolo della salita verso il cielo.  Ma è  anche il segno  del potere del  re o dello Stato: il visitatore che si avvicina deve percorrere un’imponente gradinata prima di accedere  al palazzo.
Attacchi respinti
“Nel Medioevo le scale devono essere più utili che decorative” aggiunge Paola Gallo. Castelli o torri vediamo così  rampe “nascoste” nei muri o scale a chiocciola, che occupano poco spazio. Sono studiate per essere una delle ultime difese del castello assaltato: possono essere facilmente sbarrate. Secondo la tradizione (non confermata), spesso le scale a chiocciola sono costruite verso destra (in salita)  per favorire i difensori che respingono i nemici in basso in discesa, ci si può reggere al pilastro centrale con la sinistra, tenendo la spada nella destra. Alcune scale hanno i gradini di differente altezza e profondità proprio per creare difficoltà ad eventuali nemici che cercano di impossessarsi del castello. Ma la scala è anche un’arma d’attacco, con cui inerpicarsi sulle mura nemica. Si racconta che il primo assalto dei crociati a Gerusalemme sia fallito perché, in mancanza di legname, non c’erano abbastanza scale.
Le metto in piazza
Nei secoli successivi, però, la scala è diventata fondamentale nell’architettura dei palazzi. Un elemento decorativo, dalle forme fantasiose. Come la scala a  doppia elica di  Chambord, uno  dei castelli della  Loira, in Francia (iniziata nel 1519): forse ispirata a un disegno di Leonardo da Vinci, è costituita da due rampe elicoidali sovrapposte, che permettevano ai cortigiani di salire e scendere senza incontrarsi. Ma ci sono anche le scalinate nelle città (come quella  d piazza di Spagna, a Roma) e persino scale d’acqua (per esempio nella reggia di Caserta). “Dal  ‘600 con il Barocco, si diffondono scale monumentali” spiega Paola Gallo. “Le forme sono sempre più complesse. Compaiono linee curve, decorazioni e fontane”.
Nelle scale monumentali i gradini diventano più bassi e più profondi: questo fa si che cammini più lentamente. Un accorgimento perfetto per l’andatura “da cerimonia”, soprattutto per le dame dai lunghi vestiti, che potevano salire con eleganza. Gli scaloni di palazzi erano il segno della ricchezza del padrone di casa. Qui si ricevevano anche gli ospiti e i dignitari. Il Doge di Venezia, per esempio, attendeva i visitatori illustri al culmine delle scale di Palazzo Ducale. “Ma anche nelle case borghesi dell’800 si trova nell’atrio una scala che si presenta con grande ricchezza” aggiunge Paola Gallo.
Sottili e hi-tech
A fine ‘800 la scala si motorizza Jesse Reno e Charles Seeberger formulano due progetti simili di scale mobili. E nel 1900 vengono installate le prime a New York e Parigi. “Ma le scale si continuano costruire e ad usare”dice Paola Gallo. “Oggi si sperimentano nuovi materiali: vetro, ferro, acciaio, rame. Le nuove lamiere rinforzate rendono lo spessore del gradino sottile: i designer possono progettare rampe leggerissime. O, ancora, travi nascoste nel muro reggono  gradini “liberi”, che sembrano appesi alla parete”. Ma ci sono ancora scale in legno o in pietra. “E naturalmente sono diffuse quelle in cemento armato: possono essere al sbalzo, cioè “incastrate” nel muro perimetrale”, dice Consonni. Oggi sono fondamentali anche le  garanzie di sicurezza. “Le caratteristiche di una scala devono rientrare nei parametri della legge, diversi a seconda che si tratti di un’abitazione o di un edificio pubblico, che deve garantire il passaggio e l’uscita di molte persone” dice Vittorio Galimberti dell’Istituto per le Tecnologie della costruzione del Cnr. Ci sono regole anche per le scalette portatili, che possono essere causa di incidenti domestici. Devono  avere il marchio EN 131 e vengono sottoposte a prove. Per assicurasi che i gradini reggono, o che ci sia un meccanismo di sicurezza che impedisce alla scala di aprirsi”.
La scala come ponte verso il cielo
La scala è il simbolo della salita dalla terra al cielo (il mondo divino) e dell’ascensione spirituale. I gradini rappresentano in molte culture stadi successivi da superare o prove. Nella Bibbia si trova la scala di Giacobbe, lungo cui salivano e scendevano gli angeli. Nella tradizione cristiana la scala è il percorso che l’uomo deve fare per raggiungere al regno di Dio. Nelle chiese l’altare può essere su tre gradini: rappresentano fede, speranza e carità. La scala è un simbolo che esiste in diverse culture.
Nell’Islam, il  Profeta Maometto, portato in cielo dall’Arcangelo Gabriele, vede la scala di cui si servono gli spiriti degli uomini per salire in Paradiso. Anche per gli antichi Egizi la scala è simbolo dell’ascensione: le piramidi sono una sorta di gradinata, i defunti salgono su una scala per arrivare davanti a Osiride. Meno spirituale l’interpretazione psicanalitica: per Freud  le scalinata sono simboli del rapporto sessuale: alla base della comparazione,  il movimento ritmico del salire e l’aumento della respirazione per arrivare in cima.
Altre scale
Il teatro alla Scala edificato nel 1776-1778 su progetto di Giuseppe Piermarini, sorse nell’area della chiesa Santa Maria della Scala fatta costruire da Beatrice della Scala nel 1381, moglie di  Bernardo Visconti e ne ha conservato il nome.
Scala Santa: è la scala che porta alla capella Sancta Sanctorum, in Laterano, a Roma. Sarebbe quella del palazzo di Ponzio Pilato, percorsa da  Gesù nel processo e bagnata dal sangue dopo la flagellazione, poi portata a Roma da Elena, madre dell’imperatore Costantino. I fedeli salgono in ginocchio. Esistono altre “scale sante” costruite su ispirazione di quella romana, come a Campli (Teramo), Prato, Fabriano.
Ferrata: si chiama così la “via” per scalare rocce in verticale, con l’aiuto di scalini fissati nella parete di pietra, scale, cavi, pioli.

Testo di Giovanna Camardo, tratto da Focus n. 116/2002

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