Scale impossibili Echer
Chiocciole,
pioli e gradinate.
Il mondo è fatto a scale. A pioli
o monumentali, a chiocciola o rettilinee, in legno o in acciaio e vetro. Ce ne
sono di tutte le misure, da pochi gradini agli 11.674 della scala più lunga del
mondo, quella che fiancheggia la funicolare di
Niesenbahn, in Svizzera “l’uomo ha inventato la scala perché è il mezzo
più efficiente per superare un dislivello” dice Luigi Consonni autore del libro
Scale (Hoepli), “E’ semplice e versatile permette di muoversi con
leggere pendenze o in verticale (cosa impossibile per esempio usando un
semplice piano inclinato), con un ingombro minimo”.
Grazie alla scala si cammina
verso l’alto. “e sue misure sono regolate sulla lunghezza del passo”, spiega
Consonni. “Esiste una formula per il gradino perfetto”. Sommando la sua
profondità al doppio della sua altezza,
il risultato deve essere 63 centimetri: è la lunghezza media del passo umano
ripartita in questo caso tra uno spostamento in avanti e uno in alto più
faticoso (considerato quindi doppio). Le misure del gradino dovrebbero essere
cioè 29 centimetri di profondità e 17 di altezza: si sale così con più
naturalezza, come se si camminasse”.
Queste misure possono avere
minime variazioni (il totale può arrivare, per esmpio, a 65). Altrimenti la
scala ci sembra scomoda . “Bisogna comunque compensare: un gradino molto lungo
deve essere basso, perché sia sempre naturale. E non può essere troppo
profondo: se dobbiamo fare un passo e mezzo su ogni piattaforma, rompiamo la
cadenza della camminata, provando fastidio”. Aggiunge Luigi Consonni “Se si
riduce troppo la profondità, invece, si procede male perché non si appoggia
bene il piede”. Anche la rampa ha la sua misura ideale:”Una scala dovrebbe
essere intervallata da pianerottoli ogni 10 gradini, per permettere di
riposarsi”. Comunque, a salire le scale si fa fatica: si consumano 9 calorie al
minuto, camminando se ne usano solo 3.
La
base del Tempio
L’uomo ha imparato prestissimo a
usare la scala. Da quando ha incomiciato a costruire abitazioni sopraelevate,
per difendersi dai nemici, dagli animali o dall’acqua. Le forme erano semplicissime:
nelle case del Neolitico di Khirokitina , a Cipro, veniva usato un tronco con i
gradini intagliati da appoggiare al muro. Poi si è passati alle scale fisse,
dritte, come quelle trovate negli edifici in Egitto o in Mesopotamia: non sono diverse da quelle
che usiamo ancora oggi. Nell’antichità le case erano prevalentemente a un
piano: le scale, quando servivano, erano quindi molto semplici. Secondo lo
storico e architetto Vitruvio, nelle “insulae”, i condomini dell’antica Roma,
le rampe erano così strette, ripide e
buie che spesso le persone si scontravano. “Le grandi scalinate invece erano
una caratteristica degli edifici pubblici e religiosi” chiarisce Paola Gallo,
autrice con Silvio San Pietro del libro Stairs - Scale (ed. L’Archivolto).
Basti pensare ai templi greci r romani, costruiti su una base a gradini
chiamata crepi doma o alle piramidi a
gradoni sudamericane. Il tempio o il palazzo si elevaano sulle case,
fisicamente e idealmente. Non a caso, la scala è il simbolo della salita verso
il cielo. Ma è anche il segno del potere del re o dello Stato: il visitatore che si
avvicina deve percorrere un’imponente gradinata prima di accedere al palazzo.
Attacchi respinti
“Nel Medioevo le scale devono
essere più utili che decorative” aggiunge Paola Gallo. Castelli o torri vediamo
così rampe “nascoste” nei muri o scale a
chiocciola, che occupano poco spazio. Sono studiate per essere una delle ultime
difese del castello assaltato: possono essere facilmente sbarrate. Secondo la
tradizione (non confermata), spesso le scale a chiocciola sono costruite verso
destra (in salita) per favorire i
difensori che respingono i nemici in basso in discesa, ci si può reggere al
pilastro centrale con la sinistra, tenendo la spada nella destra. Alcune scale
hanno i gradini di differente altezza e profondità proprio per creare difficoltà
ad eventuali nemici che cercano di impossessarsi del castello. Ma la scala è
anche un’arma d’attacco, con cui inerpicarsi sulle mura nemica. Si racconta che
il primo assalto dei crociati a Gerusalemme sia fallito perché, in mancanza di
legname, non c’erano abbastanza scale.
Le metto in piazza
Nei secoli successivi, però, la
scala è diventata fondamentale nell’architettura dei palazzi. Un elemento
decorativo, dalle forme fantasiose. Come la scala a doppia elica di Chambord, uno
dei castelli della Loira, in
Francia (iniziata nel 1519): forse ispirata a un disegno di Leonardo da Vinci, è
costituita da due rampe elicoidali sovrapposte, che permettevano ai cortigiani
di salire e scendere senza incontrarsi. Ma ci sono anche le scalinate nelle
città (come quella d piazza di Spagna, a
Roma) e persino scale d’acqua (per esempio nella reggia di Caserta). “Dal ‘600 con il Barocco, si diffondono scale
monumentali” spiega Paola Gallo. “Le forme sono sempre più complesse. Compaiono
linee curve, decorazioni e fontane”.
Nelle scale monumentali i gradini
diventano più bassi e più profondi: questo fa si che cammini più lentamente. Un
accorgimento perfetto per l’andatura “da cerimonia”, soprattutto per le dame
dai lunghi vestiti, che potevano salire con eleganza. Gli scaloni di palazzi
erano il segno della ricchezza del padrone di casa. Qui si ricevevano anche gli
ospiti e i dignitari. Il Doge di Venezia, per esempio, attendeva i visitatori
illustri al culmine delle scale di Palazzo Ducale. “Ma anche nelle case
borghesi dell’800 si trova nell’atrio una scala che si presenta con grande
ricchezza” aggiunge Paola Gallo.
Sottili e hi-tech
A fine ‘800 la scala si motorizza
Jesse Reno e Charles Seeberger formulano due progetti simili di scale mobili. E
nel 1900 vengono installate le prime a New York e Parigi. “Ma le scale si
continuano costruire e ad usare”dice Paola Gallo. “Oggi si sperimentano nuovi
materiali: vetro, ferro, acciaio, rame. Le nuove lamiere rinforzate rendono lo
spessore del gradino sottile: i designer possono progettare rampe leggerissime.
O, ancora, travi nascoste nel muro reggono
gradini “liberi”, che sembrano appesi alla parete”. Ma ci sono ancora
scale in legno o in pietra. “E naturalmente sono diffuse quelle in cemento
armato: possono essere al sbalzo, cioè “incastrate” nel muro perimetrale”, dice
Consonni. Oggi sono fondamentali anche le
garanzie di sicurezza. “Le caratteristiche di una scala devono rientrare
nei parametri della legge, diversi a seconda che si tratti di un’abitazione o
di un edificio pubblico, che deve garantire il passaggio e l’uscita di molte
persone” dice Vittorio Galimberti dell’Istituto per le Tecnologie della
costruzione del Cnr. Ci sono regole anche per le scalette portatili, che
possono essere causa di incidenti domestici. Devono avere il marchio EN 131 e vengono sottoposte
a prove. Per assicurasi che i gradini reggono, o che ci sia un meccanismo di
sicurezza che impedisce alla scala di aprirsi”.
La scala come ponte verso il
cielo
La scala è il simbolo della
salita dalla terra al cielo (il mondo divino) e dell’ascensione spirituale. I
gradini rappresentano in molte culture stadi successivi da superare o prove.
Nella Bibbia si trova la scala di Giacobbe, lungo cui salivano e scendevano gli
angeli. Nella tradizione cristiana la scala è il percorso che l’uomo deve fare
per raggiungere al regno di Dio. Nelle chiese l’altare può essere su tre
gradini: rappresentano fede, speranza e carità. La scala è un simbolo che esiste
in diverse culture.
Nell’Islam, il Profeta Maometto, portato in cielo dall’Arcangelo
Gabriele, vede la scala di cui si servono gli spiriti degli uomini per salire
in Paradiso. Anche per gli antichi Egizi la scala è simbolo dell’ascensione: le
piramidi sono una sorta di gradinata, i defunti salgono su una scala per
arrivare davanti a Osiride. Meno spirituale l’interpretazione psicanalitica:
per Freud le scalinata sono simboli del
rapporto sessuale: alla base della comparazione, il movimento ritmico del salire e l’aumento
della respirazione per arrivare in cima.
Altre scale
Il teatro alla Scala edificato nel 1776-1778 su
progetto di Giuseppe Piermarini, sorse nell’area della chiesa Santa Maria della
Scala fatta costruire da Beatrice della Scala nel 1381, moglie di Bernardo Visconti e ne ha conservato il nome.
Scala Santa: è la scala che porta alla
capella Sancta Sanctorum, in Laterano, a Roma. Sarebbe quella del palazzo di
Ponzio Pilato, percorsa da Gesù nel
processo e bagnata dal sangue dopo la flagellazione, poi portata a Roma da
Elena, madre dell’imperatore Costantino. I fedeli salgono in ginocchio.
Esistono altre “scale sante” costruite su ispirazione di quella romana, come a
Campli (Teramo), Prato, Fabriano.
Ferrata: si chiama così la “via” per
scalare rocce in verticale, con l’aiuto di scalini fissati nella parete di
pietra, scale, cavi, pioli.
Testo di Giovanna Camardo, tratto da Focus n. 116/2002
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